Quella notte non mi era stato possibile chiudere occhio. La terra aveva tremato paurosamente. Il lampadario della camera da letto oscillava preannunciando la sciagura che si era abbattuta in qualche paese a noi non molto lontano.
Solo dopo qualche ora si è avuto notizia dell’immane tragedia che in quella notte di primavera aveva così du-ramente colpito i molteplici paesi del vicino Abruzzo.
La mia tristezza è apparsa ancora più sconcertante quando mi hanno detto che tra le vittime c’era anche la giovanissima Maria Civita, che solo qualche anno fa era stata mia alunna nella scuola elementare di Suio.
Bellissimo libro, a dir poco coinvolgente; testimone di un amore incommensurabile, del quale oggi si sono perse le tracce.